DVM ALESSANDRO PROTA - NAPOLI - ITALY

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martedì 8 dicembre 2009

giovedì 17 settembre 2009

lunedì 17 agosto 2009

Sindrome della cauda equina

La Sindrome della Cauda Equina è un disordine neurologico provocato dalla stenosi
congenita od acquisita del canale vertebrale lombosacrale che comporta la compressione,
distruzione o spostamento, di quei nervi che compongono la cauda equina o la loro
vascolarizzazione. I cani affetti mostrano dolorabilità e debolezza del treno posteriore. La
razza più colpita da questa patologia è senza dubbio il cane da Pastore Tedesco, seguita a
distanza dal Labrador e Golden Retriever, Schnauzer, Siberian Husky, Chow Chow Coker
e Dobermann.
I nervi interessati sono :
il nervo sciatico che origina da L6-L7-S1 che fornisce l’innervazione motrice ai
muscoli scheletrici dell’anca e del ginocchio ed inoltre raccoglie tutti gli stimoli
sensoriali provenienti da tutte le parti distali dell’arto tranne che medialmente;
il nervo pudendo, che origina da S1-S2-S3 e che fornisce l’innervazione motrice
allo sfintere anale esterno e raccoglie gli stimoli sensoriali del prepuzio, perineo,
vulva e scroto;
il nervo pelvico, parasimpatico, che origina da S1-S2 e fornisce l’innervazione
motrice della muscolatura liscia della vescica e del retto;
il nervo caudale che innerva sia dal punto di vista motore che sensitivo la coda.
Le anomalie congenite o acquisite possono essere così classificate:
artrite degenerativa: è la lesione più frequente;
stenosi ossea primitiva del canale ,dovuta ad ispessimento ed accorciamento dei
peduncoli, ispessimento e sclerosi delle lamine e delle faccette articolari,
ispessimento e ripiegamento del legamento interarcuato, sclerosi e deformazione
delle faccette articolari. Queste alterazioni derivano dall’insufficiente sviluppo
dell’arco neurale;
malformazioni vertebrali;



lesioni vascolari;
ispessimento degli archi vertebrali e di quelli articolari;
lombarizzazione della I° vertebra sacrale o la sacralizzazione (foto.1) della VII°
lombare.
displasia delle faccette articolari;
ipertrofia del legamento flavum detto anche, legamento interarcuato;
ipertrofia delle capsule articolari;
instabilità lombo-sacrale;
degenerazione del disco lombo sacrale;
traumi;
alterazioni post-infettive che consistono nella formazione di nuovo osso intorno allo
spazio intervertebrale e di tessuto connettivo fibroso nella zona della cauda
equina;
neoplasie vertebrale. Le forme metastatiche spesso provengono da adenocarcinomi
prostatici e da quelli delle ghiandole perianali.
SINTOMI
La compressione della cauda equina o della sua vascolarizzazione da parte di un insieme
di strutture (disco, legamento, capsula articolare, osso e tessuto cicatriziale) provoca la
seguente sintomatologia:
debolezza, che peggiora in seguito all’esercizio fisico per l’incapacità del circolo
sanguigno di soddisfare l’aumentata richiesta circolatoria del midollo spinale a
causa dello schiacciamento delle arterie spinali a livello dei fori intervertebrali;
zoppia mono o bilaterale;
dolore alla palpazione della regione lombosacrale. La palpazione consiste in una
pressione della zona con il cane in stazione quadrupedale;
deficit della 1propriocezione;
riluttanza a saltare ed alzarsi. Con una palpazione attenta è possibile rilevare
l’atrofia dei muscoli glutei e dei muscoli posteriori della coscia;
dermatosi auto inflitte causate da formicolii ’in seguito alla compressione del nervo
in corrispondenza del foro intervertebrale;
flaccidità della coda;
disfunzioni a carico di intestino e vescica (1/4 di probabilità dei casi).
Foto. 1 sacralizzazione L7
DIAGNOSI
La radiografia in bianco e con mezzo di contrasto è il metodo principale per formulare una
diagnosi.
Più precisamente nella pratica veterinaria molto utili risultano principalmente
l’epidurografia e la discografia oltre che alla mielografia. La TAC (tomografia assiale
computerizzata) e la RNM.
Per quanto riguarda le radiografie è necessario eseguire una serie di tre immagini della
colonna lombosacrale effettuandole:
in posizione normale
in posizione di massima flessione
in posizione di massima estensione
Le radiografie in bianco permettono di evidenziare:
discospondilite
stenosi lombosacrale
vertebre di transizione
neoplasia ossea
osteocondrosi sacrale
fratture
lussazioni
1) Radiografia standard o diretta:
2) Radiografia “posizionale”: flessa ed estesa
la flessione ed estensione dell’articolazione lombo-sacrale determina la rispettiva
apertura e chiusura dell’angolo lombo-sacrale con conseguente variazione del
diametro del canale vertebrale.
3) Mielografia:
iniezione del mezzo di contrasto non ionico a livello della cisterna magna o lombare
(L5-L6);
nel cane non sempre il sacco durale raggiunge l’articolazione lombo-sacrale, quindi
a volte non arriva sufficiente mdc a questo livello; ciò non può essere previsto
prima dell’esame;
in caso di accesso dalla cisterna magna l’esame consente di escludere altre lesioni
spinali più prossimali, ma se queste sono presenti, il mezzo di contrasto può non
riempire adeguatamente lo spazio subaracnoideo lombo-sacrale;
in caso di accesso lombare il mezzo di contrasto a volte si diffonde anche nello
spazio epidurale;
utili le proiezioni in posizione standard, flessa ed estesa;
la mielografia non consente la valutazione di compressioni dorsali o laterali che
interessano i foramina intervertebrali o i recessi laterali, attraverso cui transitano
le radici dei nervi spinali.
4) Epidurografia:



iniezione del mezzo di contrasto non ionico a livello S3- C1 oppure L7-S1. La
seconda opzione è più semplice tecnicamente ma meno indicata in quanto si inietta
il mezzo di contrasto (mdc) direttamente nel punto di maggior interesse per
l’esame, anche se può essere utile per effettuare contemporaneamente anche una
eventuale discografia;
la ripresa radiografica va effettuata nelle ultime fasi o alla fine della iniezione del
mdc, mediante proiezioni standard e stressate;
il mdc deve riempire uniformemente lo spazio epidurale ed essere ben visibile nel
pavimento del canale vertebrale; sono considerati quadri certamente patologici
deviazioni, assottigliamenti, ostruzioni del mdc che interessano più del 50% del
diametro del canale vertebrale, dubbi se ne interessano meno del 50%.
5) Discografia:


iniezione del mezzo di contrasto nel nucleo polposo del disco intervertebrale L7-S1,
inserendo l’ago verticalmente a livello dello spazio intervertebrale lombo-sacrale;
se il disco è normale, è possibile iniettare solo 0,3 ml di mdc, se è alterato il mdc si
accumula all’interno del disco, si distribuisce in modo disomogeneo ed esce nel
canale vertebrale;
utile per valutare ernie laterali del disco;
6) TAC:


migliore risoluzione di contrasto rispetto alla radiologia convenzionale, quindi
migliore esame dei tessuti molli;
immagine di scansione;
consente esame dei recessi laterale, dei foramina intervertebrali e dei processi
articolari, oltre alle radici nervose (grazie al contrasto fornito dal tessuto adiposo);
non si può distinguere tra anello fibroso e nucleo polposo del disco;
in corso di sindrome di cauda equina si può osservare: riduzione del grasso
epidurale, aumento della densità dei tessuti molli a livello dei foramina,
spostamento dorsale del disco intervertebrale, spondilosi, riduzione di dimensione
dei foramina e del canale vertebrale, ispessimento e sublussazione dei processi
articolari, presenza di osteofiti;


7) RNM:


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migliore risoluzione di contrasto per i tessuti molli rispetto alla TAC
diretta visualizzazione del midollo spinale, del liquido cerebrospinale, del disco
intervertebrale, dei legamenti e delle radici nervose
lesioni presenti in corso di cauda equina: prolasso del disco intervertebrale
dorsalmente ed a livello dei foramina, osteofitosi dei processi articolari, frattura dei
processi articolari, compressione sulle radici nervose




TERAPIA CHIRURGICA
L’intervento chirurgico consiste nella decompressione midollare della lamina dorsale
(laminectomia, foto.2)


cui si puo’ associare la faccectomia o foraminotomia oltre alla
correzione dell’instabilita’ vertebrale li dove e’ presente con l’uso di viti (foto.3)
o chiodi e
metacrilato.
Nel periodo postoperatorio il cane deve essere tenuto a riposo per almeno un mese ed in
caso di dolore si possono somministrare dei farmaci antinfiammatori.
Successivamente si consiglia seguire un percorso riabilitativo. In genere la prognosi è
favorevole per tutti i segni descritti, eccetto per l'incontinenza urinaria. Infatti il grado di
incontinenza dello sfintere vescicale è un indicatore prognostico: in presenza di tale
segno se l'intervento chirurgico viene ritardato, si può avere prognosi sfavorevole.
Terapia Medica: riposo, farmaci analgesici e antinfiammatori (consigliata quando l’unico
sintomo è il dolore o quando sono interessati più spazi intervertebrali)
La terapia medica consistente nel confinamento in gabbia per 4-6 settimane associata
all'uso di farmaci ad azione analgesica e antinfiammatoria, è consigliata nei pazienti al
primo episodio algico. Eventuali fattori aggravanti quali esercizio fisico intenso ed obesità,
devono essere modificate. L'intervento chirurgico precoce è vivamente consigliato nelle
forme ricorrenti, con dolore incoercibile o con chiari segni neurologici.




DMV Alessandro Prota